Fiori, muri di pietra e vecchie pentole…

Raccogliere il coraggio, salire la rampa, salire con forza, passare il portico del piccolo paese fantasma di Cellano, e girarsi per contemplare l’arco di pietra e il paesaggio che incornicia.

Dimenticate il tempo per qualche istante e lasciatevi scivolare indietro nei secoli passati, agli Etruschi, i primi abitanti della zona

Poi tornate al secolo scorso e, tra luci e ombre, sotto il portico, scoprite gli attrezzi del macellaio che lavorava qui, rifornendo la città di costolette, costolette, arrosti e altri stinchi…

Al di là del portico, all’entrata del villaggio, su ciò che resta di uno degli ultimi muri rimasti della casa che vi sorgeva, in contenitori d’epoca, alcune piante grasse si crogiolano al sole.

Sulla destra e su uno sfondo di vecchie pietre, alcune belle macchie di colore.

Qui non si può perdere tempo al telefono, perché l’ufficio postale, come la maggior parte del vecchio villaggio, è stato spazzato via da un terremoto. Accade spesso in Italia che la terra si arrabbi e porti con sé, in una grande scossa, i ricordi dell’infanzia come quelli dei vecchi tempi.

Più in alto sulla cresta non ci sono case rimaste in piedi, ma sparse tra le rovine ci sono alcune vecchie pentole e padelle che sfidano il tempo e il passare delle stagioni.

Nell’antico borgo di Cellano il tempo si è fermato. Ma alcuni abitanti si sono preoccupati di consolidare i pochi muri che hanno resistito alle ingiurie del tempo e di arricchirli con oggetti raccolti qua e là.

Questa pianta, posta qui su un vecchio strumento, mette in evidenza le antiche volte sotto la piazza del paese, che non hanno ceduto durante il terremoto.

Qui un mazzo di verbena.

E lì una pianta di sedum.

In equilibrio su un muro che confina con un precipizio, una vecchia pentola sembra buona con promesse di colori a venire nella prossima fioritura.

Qui è un antico setaccio che ricorda ai visitatori che c’era vita sulla terra prima dell’avvento della plastica.

Un po’ più avanti, un altro modello incanta l’occhio del visitatore.

Questi oggetti d’altri tempi sono stati deviati dal loro scopo originale, probabilmente per rallentare il tempo, e cercano di riportare il visitatore al tempo in cui il più semplice utensile da cucina era fatto per durare una vita, diverse generazioni, l’eternità se possibile…

Una ceramica decorata accoglie, per il tempo di un’estate, una bella ciotola di fiori. I fiori saranno scomparsi e potrà ancora, per migliaia di anni, raccontarci del vasaio e della sua arte…

All’angolo di un muro, un vecchio vaso di terracotta contiene una composizione.

A pochi passi dall’uscita del villaggio, in un vaso che sembra essere stato dimenticato dal giardiniere, le piante cominciano a seccare. Sono morti? Diremmo di sì se non fosse per i preziosi semi che portano, che daranno vita per gli anni a venire.

Quando alcune nuvole cominciano a punteggiare il cielo del paesaggio circostante, il visitatore sente che è ora di lasciare questo luogo dove il tempo si è fermato e, con la testa piena di ricordi e nostalgia, parte per nuove avventure.

Da Nathalie et Jean-Yves

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