

Qui a Marta ci sono due fate che si sforzano di dare un nuovo significato al mondo. Si chiamano rispettivamente Giulia e Renata. Jean-Yves ti ha già presentato Umberto il mago. ( all’articolo Umberto, il mago merlino)

Che gioia aver attraversato questo luogo durante un giro in tandemCome sapete, le fate non hanno età. Così nel giardino delle fate di Marta, nulla impedisce alle fate di andare avanti nella loro rivoluzione quotidiana per una « vita migliore », indipendentemente dalla loro età.

Dalla strada che costeggia il Lago di Bolsena, una porta dalle tonalità pastello invita ad entrare nel giardino. Intravvediamo girasoli arancioni e ulivi con molteplici variazioni di riflessi verdi.

Alla tua sinistra, un piccolo ammasso di fiori ti invita ad entrare ulteriormente.

La flora ha riconquistato qui alcuni antichi attrezzi agricoli portando la nostra fantasia fino al secolo scorso. Quello in cui ci siamo presi il tempo di lavorare al ritmo di Madre Natura.

Una lucertola si crogiola al sole con sicurezza. Sa che le fate sono amiche degli animali.

In questo angolino odora di pomodori appena raccolti. Il basilico appena toccato ti offre anche tutta una serie di odori piacevoli da respirare.

Nella piccola capanna delle fate del giardino è possibile ordinare frutta e verdura fresca raccolta da Pam, una compagna delle fate, anche lei giardiniera.

Le vostre verdure verranno depositate al mattino sotto il patio, da una delle due fate. Il cesto verrà preparato con mani fatate, cioè con cura e delicatezza.

Dietro la cabina, un vecchio lavabo in marmo gioca con le ombre e la luce.

Un pennello quackgrass è lì per raschiare le verdure dal loro trabocco di terra. Sa di gesti semplici che danno tutta la loro pienezza allo scorrere del tempo.

A destra, alcune sedie poste all’ombra del fico per l’attenzione dei visitatori, consentono loro di prendersi il tempo necessario per fare due chiacchiere. Siamo in Italia e questi tempi di discussione scandiscono ancora la vita quotidiana.

È qui che vengono scambiate informazioni sul futuro del lago. È qui che i consumatori e i viaggiatori di passaggio vengono sensibilizzati. Sfido chiunque sia stato qui a confessare se non pensa a Giulia la prossima volta che vedrà un barattolo della famosissima marca di crema spalmabile.

In effetti, le nostre due fate hanno da tempo abbandonato i loro lunghi abiti da principessa con crinoline. Non hanno paura di accovacciarsi per prendersi cura delle piante. Perché qui ci prendiamo cura dei minimi dettagli per esorcizzarci dal mondo globalizzato.

Non esitano a mettersi i pantaloni per andare a dimostrare quando si tratta di difendere il Lago, così prezioso, così pieno di vita. L’ultima lotta fino ad oggi è quella della nocciola. Non molto tempo fa, il troppo grande marchio di diffusione ha voluto espandere ulteriormente il proprio impero e ha iniziato ad acquistare terreni precedentemente coltivati in agricoltura biologica, per effettuare un’operazione di green-washing. In tal modo, ha così minato tutta una parte del lavoro degli agricoltori locali a favore della biodiversità. La monocoltura delle nocciole non è adatta a questa regione.

Ecco perché i cattivi geni dell’industria devono costantemente aggiungere fertilizzanti, pesticidi, consumare molta acqua che poi sfocia nelle acque del lago, condannando la vita acquatica. Senza contare sul potere dei nostri amici fatati e dei loro amici. È ora di combattere contro i geni del male per salvare il lago.

Torniamo al giardino fatato che fiorisce con le stagioni e la lenta rivoluzione che sta lentamente avvenendo lì. Sto parlando della rivoluzione delle verdure e dei cereali. È qui che si esprime tutto il talento delle nostre fate Giulia e Renata.

Saperi ancestrali trasmessi di generazione in generazione, a volte dimenticati ma sempre ritrovati per la buona salute del pianeta e dei suoi abitanti.

Per i più curiosi che oseranno dare un’occhiata attraverso il traliccio della zanzariera, sotto il piccolo riparo della finestra della capanna delle fate, scopriranno tante prelibatezze ma anche e soprattutto la famosa “Oropasta”.

Si nasconde alla vista, dal retro della cabina, solo per far germogliare questo folle e rivoluzionario progetto che consiste nel reintrodurre la coltivazione di una varietà ancestrale di grano, identificata all’università e da lì, fare la pasta del dominio.

Un altro trucco della bacchetta magica contro i cattivi geni dell’industria. Le nostre fate credono che il cibo cambierà il mondo.

Ed ecco qua, come una bella mattina, ammirando per l’ennesima volta il panorama del lago et di Capodimonte, i viaggiatori traggono una piccola lezione sulla qualità del grano. Il grano attualmente consumato nella maggior parte dei paesi ha continuato a subire trasformazioni sotto la guida dei geni del male dell’industria.

Il vento porta persino la voce che per 15.000 anni è probabilmente l’unico alimento ad aver subito così tante modifiche. Ed è così che nel tempo, a causa di questi geni malvagi, alcune proteine nel grano sono persino diventate tossiche. Una nuova sfida per le nostre fate. Supportati in questo sforzo da Siddharta, decisero di lanciare un incantesimo su queste proteine tossiche.

In pochi anni il grano ancestrale viene seminato, germogliato e raccolto. È nata una nuova marca di pasta e le fate si sono chinate sulla loro culla. Sono belli e ben digeribili. Questo grano misura fino a 180 cm contro i 30-40 cm del grano moderno che quindi non supera le erbacce e richiede l’uso di pesticidi.

Questo grano forte, che produce solo 10 quintali per ettaro contro i 60 del grano moderno insapore, indigesto, persino tossico per molti di noi. L’intera questione c’è ed è a questa rivoluzione che Renata, Giulia, Umberto, Pam e Siddharta ci stanno dolcemente conducendo: « Che il tuo cibo sia la tua medicina » come raccomandava Ippocrate.

Le nostre fate e maghi dei giardini portano con loro la convinzione che è così che cambierà il mondo perché, come dice anche Jane Goodall, « noi siamo ciò che mangiamo ».

Tanto di cappello, signore fate e signori dei futuri maghi, per la vostra rivoluzione che sta prendendo il suo tempo e che sta inesorabilmente cambiando il volto del mondo. Perché come dice il proverbio « chi suona il piano, va sano e va lontano ».

Nathalie